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Micio con il topino che dorme in pâte de verre

80,00

Questa piccola scultura in vetro è stata realizzata creando un modello in cera che una volta circondato da una “barriera” è stato avvolta da una colata di materiale refrattario. Una volta lo stampo creato, con l’ausilio del vapore ho provveduto a liberare quest’ultimo dalla cera che conteneva. Lo spazio così ottenuto, è il negativo dell’oggetto iniziale in cera. Adesso dopo le dovuto misure ed i calcoli per ottenere la quantità necessaria di vetro da sciogliere nello stampo, si può procedere con la cottura. Lo stampo con un serbatoio pieno di vetro è sistemato nel forno e comincia la fase di fusione del vetro che colando nello stampo lentamente lo riempie e crea la scultura. La fase successiva è la tempra, una cottura che permette all’oggetto realizzato di riallineare le molecole e di eliminare di conseguenza le tensioni nel vetro. L’oggetto deve essere liberato adesso, con delicatezza, dal suo bozzolo di refrattario per rivelare solo a questo punto della lavorazione se è andato tutto bene. Si, solo dopo avere rotto lo stampo, si vedrà se l’oggetto ha subito danni, bolle, imperfezioni… Questa è la meraviglia di questa tecnica e questo micio con il suo topino sulla schiena è un pezzo unico di pregio. Il micio misura 7 cm x 4 x 4,5 circa e pesa 92 grammi circa.

Sin da Plinio il Vecchio, una leggenda presta agli antichi la ricetta per un vetro freddo malleabile. La pasta di vetro è una delle più antiche tecniche del vetro, recentemente riscoperta alla fine del XIX secolo. attraverso il movimento Art Nouveau

Dopo avere creato una copia di un oggetto o una scultura originale in cera, si avvolge la cera in un materiale refrattario. Con il vapore si toglie la cera dall’interno dello stampo ottenendo così un negativo della scultura. Ora, dopo le dovute misure, si procede alla colata del vetro nello stampo in forno o alla fusione della polvere di vetro nello stesso. Finita la fase di cottura, si procede con la fase di tempra e di ricottura per poi liberare il vetro dal suo stampo rompendolo con delicatezza. L’ultima fase di lavorazione è la pulizia accurata dell’oggetto, unico, irripetibile e meraviglioso nei suoi riflessi quasi madreperlati.

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